lunedì 14 dicembre 2015

L'EDITORIALE: Un punto di partenza, un punto di speranza

13-12-2015 - Milan-Verona 1-1, foto Grigolini
Siamo ottimisti ed in attesa di dire buona la terza, godiamoci i miglioramenti intravisti alla seconda uscita dell’Hellas, targato Delneri. Già contro l’Empoli (contro cui il Verona meritava di vincere), la mano dell’allenatore di Aquileia si era subito percepita, ma purtroppo in quell’occasione (vuoi per tanta sfortuna, vuoi per uno Skorupski in giornata di grazia), si è rimasti con un pugno di mosche in mano. Al contrario di ciò che è accaduto col Milan. Lo spirito rinnovato si è riproposto anche contro i rossoneri e stavolta almeno un punto è arrivato. E da qui bisogna ripartire, seppur la situazione sia sempre disperata.

L’Hellas al momento è sempre ultimo, ma l’approdo del nuovo mister ha fatto sì che giungesse una ventata di serenità, in mezzo alla più sconcertante delle bufere. «E’ anche una questione di comunicazione», ha affermato sotto i baffi il nuovo allenatore gialloblù. Evidenziando la necessità di un ovvio recupero psicologico e motivazionale dopo tante disfatte. Ed una volta conquistato il 7° punto in quel di San Siro, il coro dello spogliatoio è unanime: dispiace per Mandorlini, ma il cambio era necessario.

Il lavoro di Delneri si divide principalmente in due profili: il primo volge nel dare alla squadra una mentalità offensiva e vincente, fregandosene della classifica. Ed il secondo, nell’offrirle una nuova impostazione tattica e quindi di gioco. Fin qui il tecnico ha colto nel segno, sperando che al termine del torneo, non staremo lì a dire: “è arrivato troppo tardi!”.

Sì, il Verona sembra rigenerato. C’è fiducia, volontà di fare e di recuperare. Niente è perduto. I ragazzi seguono i dettami del neo-nocchiero e i riscontri ci sono. L’impresa si può fare.

Basta con barricate stando bassi a subire, ma difesa e baricentro alti, coraggio, aggressività e alternative offensive. Dal 4231, si passa al 4411, inventando a sorpresa pure uno Ionita all’altezza dell’incisività che doveva assumere, a supporto di Toni. E chi se lo sarebbe mai aspettato? In generale il gruppo è più manovriero e le sovrapposizioni dei terzini con gli esterni di centrocampo, le si vedono sia da una parte che dall’altra. La regia di Viviani, passati i postumi della pubalgia, finalmente sembra accendersi e sarà per necessità o per virtù, ha il suo spazio anche Wszolek. Al polacco mancherà la tecnica, ma in corsa e velocità non ci si può lamentare.

Concludiamo con un “ben fatto, mister!”. Il suo lavoro sta pagando e davanti a questi risvolti positivi, anche la montagna di 9 punti da scalare, appare meno ardua di quel che è.
                                                                                                
                                                                                             ANDREA FAEDDA

Pezzo pubblicato anche su Tggialloblu.it:
http://www.tggialloblu.it/pages/458568/hellas_verona/un_punto_di_partenza_un_punto_di_speranza.html

Nessun commento:

Posta un commento