![]() |
| Foto: Francesco Grigolini - Fotoexpress |
Già, ieri non è stato lo stesso
Verona supersonico che 8 giorni fa ha sconfitto il Napoli al Bentegodi e ci si
chiede se questo appannamento sia dovuto alle assenze di alcune pedine
(indispensabili?) come Gomez, Jankovic e Sala, oppure è piuttosto un discorso
generale, di squadra appagata.
Fatto sta che all’Olimpico di passi
indietro ce ne sono stati e le alternative “mandorliniane” (Hallfredsson
esterno alto, con Lazaros dall’altra parte), non hanno funzionato. Toni là
davanti è rimasto fin troppo isolato, senza assistenza, né rifornimenti.
Nel pacchetto arretrato, buona ancora
una volta la prestazione dell’esterno Pisano sulla corsia di sinistra, mentre bene
in mediana, Obbadi e Tachtsidis. I due si sono fatti apprezzare in aggressività
e palleggio, al contrario di Ionita che è sembrato alquanto compassato.
Tirando le somme, è parso che i
gialloblù abbiano fatto troppo poco e contro un avversario così forte, questo è
un atteggiamento che non ti puoi permettere. E non attacchiamoci per carità al
presunto rigore non dato a Lazaros in apertura. Sarebbe stato importante il
penalty, ci mancherebbe! Ma ciò che conta è come ti esprimi in tutti i 90’
minuti.
Rimane dunque la domanda: questione
di assenze e quindi di uomini o a prescindere è acquietamento collettivo?
Sono stati abbastanza chiari sia
Moras che Mandorlini a fine match, optando per la seconda opzione. Il Verona
non deve considerarsi già salvo. Tanta sicurezza può rivelarsi ostile proprio quando
meno te l’aspetti.
Per questo motivo, guai a non farsi
trovare pronti dopo la sosta, al banco di prova che vale tutto il campionato
gialloblù: col Cesena è scontro diretto. Bando alle ciance. Per vincerlo
servirà l’Hellas che ha messo ko il Napoli.
Andrea Faedda

Nessun commento:
Posta un commento