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| Foto: repubblica.it |
Partiamo dal massimo che si è potuto ottenere da questo
match: il punto d’oro in un campo ostico, contro una delle altre
concorrenti per la lotta verso la salvezza. Il gol di Pisano allo
scadere ha mandato il popolo dell’Hellas in estasi. Per come è arrivato e
per quello che era successo in campo. Terminati i festeggiamenti, però,
riavvolgiamo il nastro della partita.
Una gara
senz’altro dura e giocata male, nonostante tutti i buoni propositi della
vigilia. Il Verona scende in campo a Bergamo con un approccio sbagliato
e senza convinzione. Ecco il primo elemento su cui Mandorlini dovrà
lavorare: la testa dei suoi. Come si spiegano i tanti errori ed il modo
spaesato con cui i gialloblù correvano? Oddio, l’Atalanta avrà anche
premuto di più in avvio, ma gli scaligeri non ne hanno patito. Dopo
l’iniziale “sfuriata” orobica, l’incontro si manteneva equilibrato, con
l’Hellas che pur rimanendo ben arroccato dietro, mostrava il suo solito
difetto: non ripartiva, pensando più che altro a non prenderle. Sempre
la stessa minestra. Gli scaligeri son troppo rinunciatari e questo 4-3-3
in realtà è un 4-5-1.
A centrocampo Viviani e
Greco fanno quel che possono, con Sala che vorrebbe spaccare il mondo ma
che soltanto giocando semplice potrà uscire dal suo momento storto. Si
sente terribilmente l’assenza di Hallfredsson. In avanti, sia Toni prima
che Pazzini poi, restano troppo isolati. Inoltre manca sempre
l’imprevedibilità.
Meglio la ripresa. Finalmente
punge anche il Verona con Pazzini, a cui segue l’opportunità
bergamasca (palo e respinta di Gollini sul Papu). Si viaggia sullo 0-0
ed il pari è giusto. Il rosso a Jankovic poteva costare caro ed infatti i
nerazzurri ne approfittano all’89’ insaccando di testa l’1-0 con Maxi
Moralez, il più piccolo dei suoi (oltre al danno, la beffa). L’Hellas
s’avvicinava al ko con tante note negative oltre agli infortuni di
Rafael, Marquez e Toni sul groppone. Ma ancora una volta viene premiato
il suo carattere. Quel principio di crederci sempre e di non mollare
mai. Proprio allo scadere, Viviani inventa la parabola perfetta per
l’incornata vincente di Pisano. L’1-1 insperato, è tutto sommato
meritato. Ecco l’aspetto sui cui ripartire: la grinta e lo spirito da
belva ferita deve mostrarsi pure ad inizio match e non solo alla fine.
L’Hellas deve tornare ad essere coraggioso e consapevole dei propri
mezzi. Se mercoledì con l’Inter capolista si partisse già timorosi, è
meglio restare a Verona. Per portare a casa punti da San Siro bisognerà
rivelarsi squadra: stringere i denti ma anche contrattaccare. Quante
belle parole… Ko annunciato? Nel calcio mai dire mai.
ANDREA FAEDDA
Pezzo pubblicato anche su Tggialloblù

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