lunedì 21 settembre 2015

L'EDITORIALE: Punto ok, ma servono coraggio e offensiva

Foto: repubblica.it
Partiamo dal massimo che si è potuto ottenere da questo match: il punto d’oro in un campo ostico, contro una delle altre concorrenti per la lotta verso la salvezza. Il gol di Pisano allo scadere ha mandato il popolo dell’Hellas in estasi. Per come è arrivato e per quello che era successo in campo. Terminati i festeggiamenti, però, riavvolgiamo il nastro della partita.

Una gara senz’altro dura e giocata male, nonostante tutti i buoni propositi della vigilia. Il Verona scende in campo a Bergamo con un approccio sbagliato e senza convinzione. Ecco il primo elemento su cui Mandorlini dovrà lavorare: la testa dei suoi. Come si spiegano i tanti errori ed il modo spaesato con cui i gialloblù correvano? Oddio, l’Atalanta avrà anche premuto di più in avvio, ma gli scaligeri non ne hanno patito. Dopo l’iniziale “sfuriata” orobica, l’incontro si manteneva equilibrato, con l’Hellas che pur rimanendo ben arroccato dietro, mostrava il suo solito difetto: non ripartiva, pensando più che altro a non prenderle. Sempre la stessa minestra. Gli scaligeri son troppo rinunciatari e questo 4-3-3 in realtà è un 4-5-1.

A centrocampo Viviani e Greco fanno quel che possono, con Sala che vorrebbe spaccare il mondo ma che soltanto giocando semplice potrà uscire dal suo momento storto. Si sente terribilmente l’assenza di Hallfredsson. In avanti, sia Toni prima che Pazzini poi, restano troppo isolati. Inoltre manca sempre l’imprevedibilità.

Meglio la ripresa. Finalmente punge anche il Verona con Pazzini, a cui segue l’opportunità bergamasca (palo e respinta di Gollini sul Papu). Si viaggia sullo 0-0 ed il pari è giusto. Il rosso a Jankovic poteva costare caro ed infatti i nerazzurri ne approfittano all’89’ insaccando di testa l’1-0 con Maxi Moralez, il più piccolo dei suoi (oltre al danno, la beffa). L’Hellas s’avvicinava al ko con tante note negative oltre agli infortuni di Rafael, Marquez e Toni sul groppone. Ma ancora una volta viene premiato il suo carattere. Quel principio di crederci sempre e di non mollare mai. Proprio allo scadere, Viviani inventa la parabola perfetta per l’incornata vincente di Pisano. L’1-1 insperato, è tutto sommato meritato. Ecco l’aspetto sui cui ripartire: la grinta e lo spirito da belva ferita deve mostrarsi pure ad inizio match e non solo alla fine. L’Hellas deve tornare ad essere coraggioso e consapevole dei propri mezzi. Se mercoledì con l’Inter capolista si partisse già timorosi, è meglio restare a Verona. Per portare a casa punti da San Siro bisognerà rivelarsi squadra: stringere i denti ma anche contrattaccare. Quante belle parole… Ko annunciato? Nel calcio mai dire mai.

                                                                                                          ANDREA FAEDDA 

Pezzo pubblicato anche su Tggialloblù

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