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| 18-10-2015 - Esce Siligardi ed entra Helander - Foto: Grigolini |
L’Hellas è ancora l’unica squadra senza vittorie in
Serie A. La classifica piange e quanto fatto vedere contro l’Udinese non
è gratificante. Davvero troppo poco. «Gruppo poco amalgamato» è stato
detto a fine gara dal ds Bigon e «I vari infortuni hanno ritardato
l’affiatamento. A fronte di ciò si continua col mister che non è in
discussione». In breve, ci vuole tempo.
Proprio il
tempo però, insieme agli avversari, inizia ad essere un serio problema.
Servono punti e bisogna farli in fretta. Le altre non sono molto
distanti, ma è necessario acchiapparle in fretta. Con Empoli e Frosinone
a quota 7, Udinese a 8 e Sampdoria, Chievo e Sassuolo rispettivamente
già a 11, 12 e 15, la rosa delle pericolanti si sta assottigliando.
Dopo
un avvio così deludente, le decisioni della società di confermare la
guida tecnica, danno senz’altro dei cenni positivi e di sicurezza. Nel
senso che si crede sempre nel proprio allenatore, rafforzandone la
posizione. Del resto poi, in molti casi un subentro non ha pagato e la
variazione al momento, viene vista con timore. Dunque or ora, fidiamoci
di Mandorlini.
Bisogna trovare dei rimedi al più
presto, però. Le varie assenze avranno condizionato di certo le
prestazioni, ma non è tutto. C’è dell’altro e la gara con l’Udinese ha
rimarcato alcune pecche. L’atteggiamento in primis. Il Verona ancora una
volta è apparso poco determinato e la sua manovra troppo lenta e
compassata. Non c’era la giusta cattiveria ed il gioco latitava. Si è
cercato di far qualcosa avendo a favore il possesso palla, ma senza
imprevedibilità (quanti lanci lunghi!) fai fatica. L’unico tiro in porta
pericoloso fino al gol su rigore di Pazzini è stato quello del friulano
Fernandes al 5’, smanacciato come un pallavolista da Rafael. Poi è vero
che il portiere brasiliano si rifà al 44’ parando all’incrocio la
punizione di Lodi, ma compie pure un nuovo “paperone” all’84’, favorendo
l’1-1 finale. A che son dovute queste continue carenze dell’estremo
difensore? E come mai la squadra sembra avere sempre il freno a mano
tirato? Forse c’è tanta preoccupazione (anche se negata) che alla fine
va a sfociare nella paura di vincere. Passando alla panchina, non
convincono nemmeno alcune scelte del mister. L’ingresso di un ulteriore
difensore per la 3^ volta di fila non ha procurato risvolti positivi. Il
Verona era già chiuso di suo (baricentro troppo basso con Gomez e
Siligardi a far da terzini aggiunti), per cui che segnale ha dato alla
squadra l’ingresso di Helander? Serve coraggio e serve graffiare.
Insomma, serve cambiare marcia.
Andrea Faedda
Articolo pubblicato anche su Tggialloblù:
http://www3.tggialloblu.it/pages/445128/hellas_verona/avanti_cosi_per_assoluta_sicurezza_o_per_paura.html

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