lunedì 2 novembre 2015

L'EDITORIALE: Discorsi triti e ritriti da patetico disco rotto

Foto: Grigolini
Francamente, non se può più! Basta con le solite parole a fine gara dei protagonisti: «E’ necessario fare di più», «Ci manca tanto così», «Atteggiamento ok, ma serve la stoccata vincente», «aspettiamo gli infortunati» e “dulcis in fundo” «bisogna aver pazienza». Beh, di quella ne viene chiesta ancora? Alla faccia…

Signori, qui servono fatti e non chiacchiere. Altrimenti il destino è segnato. Poche balle. Quella che doveva essere la partita della svolta, si è tramutata nel solito rimandare… alla prossima volta!
I due fanalini di coda hanno concluso in un nulla di fatto. Un pari inutile a reti bianche che paradossalmente ha però portato a -4 la distanza dal quartultimo posto, valido per salvarsi. Chi si vuol aggrappare almeno a quello... faccia pure.

Ma non c’è da stare assolutamente allegri. In casa-Hellas, dall’ultima partita contro la Fiorentina, le cose non son cambiate affatto. E se qualche mutamento s’è visto, è stato davvero esile ed è durato pochissimo: soltanto nel primo tempo, c’è stato quel pizzico di determinazione in più nel far la partita, contro un avversario modestissimo.

Gli sforzi ci sono anche stati, ma non degni di nota. Il tiro di Gomez e l’incornata “sbucciata” da Pazzini son stati dei veri e propri graffietti, rispetto a ciò che bisognava fare. Sia in quantità che in qualità. In una gara dai ritmi bassi, il Verona mette in mostra sempre gli stessi difetti. Fatica a ritrovarsi, sguazzando in una manovra lenta, preferendola alle giocate veloci e all’imprevedibilità. Il gioco latita, l’aggressività pure e con quei tanti lanci lunghi verso l’area avversaria, non si va da nessuna parte.

Nella ripresa poi sparisce letteralmente dal campo ed inutile ma soprattutto tardivo è stato l’ingresso di Siligardi per accendere la lampadina là davanti. Nessun tiro in porta e se non ci fosse stato Rafael (stavolta al proscenio), a compiere quei due autentici miracoli su Lasagna e Matos, adesso l’Hellas si leccherebbe le ferite, ultimo da solo in classifica.

Cosa c’è da salvare? I quasi duemila tifosi che da Verona sono accorsi a Modena per sostenere la propria squadra. Ora è necessario sul serio cambiare registro. Il tempo passa e le possibilità di recuperare diminuiscono. Il prossimo scontro salvezza al Bentegodi contro il Bologna è da considerare quasi come un punto di non ritorno. Quale migliore occasione per cogliere finalmente, la prima tanto agognata vittoria? Anche perché se ad un appuntamento del genere si fallisse, con che spirito si andrebbe ad affrontare i successivi?

                                                                    
                                                                                                                                      Andrea Faedda


Pezzo pubblicato anche su Tggialloblù:
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