domenica 8 novembre 2015

L'EDITORIALE: Il banco degli imputati è pieno

Foto: Francesco Grigolini - Fotoexpress
La nuova sconfitta del Verona al Bentegodi contro il Bologna, ha fatto infuriare parte della tifoseria scaligera. A fine gara un gruppo di circa 200 sostenitori dell’Hellas si è recato all’uscita degli spogliatoi dello stadio per contestare società, staff tecnico e giocatori. Le due parole sullo striscione che i supporters hanno esibito erano abbastanza eloquenti: “Tutti colpevoli”.

La classifica piange. Il Verona è ultimo a 6 punti con il Carpi ed è distante dalla salvezza 6 lunghezze. L’attacco stenta. Con 8 gol in 12 gare è il peggiore della Serie A, mentre la difesa (19 gol subiti) è la 3^ più bucherellata del torneo. Hanno fatto peggio Carpi con 24 e Lazio con 20.

Ci si domanda come mai il presidente Maurizio Setti abbia smantellato un impianto direzionale e tecnico che durava ormai da 3 anni e che aveva fatto le fortune della società sia in campo che dal lato economico. Non è stata una mossa giusta quella di non continuare l’avventura insieme a Sean Sogliano e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Gardini non è un direttore sportivo anche se in parte gliene è stato affidato l’incarico e a Bigon vanno i demeriti di aver messo su una squadra deficitaria sotto ogni punto di vista. In estate era stato detto che a Mandorlini sarebbe stato dato un compito manageriale e che avrebbe avuto molta più voce in capitolo per ciò che riguarda il mercato. Siamo sicuri che all’allenatore molti arrivi siano stati di suo gradimento? Perché a questo punto l’interrogativo è legittimo. Forse il mister avrebbe voluto elementi più di spessore in ogni reparto, cominciando dalla difesa (Helander da solo non può colmare le tante lacune). E quando il centrocampo ha iniziato a scricchiolare (vedi le defezioni di Ionita, Romulo ma soprattutto di Viviani), perché non si è posto subito rimedio? L’ingaggio di Matuzalem è da considerare quasi come ultima spiaggia.

Sul mister che dire? Incaponirsi solo su un modulo si è rivelato un male. Non c’è nessun piano B. Un’alternativa al gioco (tanti lanci lunghi) su Toni (che ora non c'è), proprio
non esiste ed è marchiano da queste ultime uscite che Pazzini che non è il centravanti di Pavullo.

Infine, un forte sdegno va verso quasi tutti i giocatori (forse l’unico a salvarsi veramente è il solo Moras) per l’atteggiamento che stanno mostrando. Impossibile infatti imputare a Mandorlini, anche la colpa di non spronarli a scendere in campo col coltello fra i denti.  

                                                                                                   ANDREA FAEDDA

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