venerdì 12 febbraio 2016

L'EDITORIALE: La prima "stecca" del Verona di Delneri

Foto forzaitalianfootball.com
Quella contro la Lazio è stata indubbiamente la più brutta partita dell’Hellas, da quando alla guida tecnica è arrivato Gigi Delneri. L’approccio è stato da subito, fiacco ed arrendevole. Una condotta del genere non se la può proprio permettere, una squadra che ha l’intenzione di risalire la corrente. Passi indietro rispetto ai match precedenti? Decisamente sì.

I gialloblù non hanno mostrato la grinta “da belve affamate” che li ha contraddistinti con Atalanta e Inter (tanto per citare gli ultimi incontri) ed il loro assetto tattico è rimasto oltremodo basso. Un atteggiamento che non ha mai pagato. E non l’ha fatto neanche stavolta. Ciononostante, durante i primi 45’, è stato il Verona ad avere le occasioni migliori. Prima con Pazzini (su cui è stato bravo Marchetti) e poi con Toni. La Lazio metteva pressione, ma di veri pericoli non è che ne avesse creato. L’Hellas chiudeva bene tutti i varchi e solo al 44’ è stato colto impreparato. Nella seconda parte di gara, si pensava ad un arrembaggio ma l’aria è rimasta identica. Sotto di 3 gol è stata tentata la rimonta e per poco non riusciva. Ma la reazione comunque è stata leggera e tardiva. Poi a sciogliere ogni speranza c’è stata quella frittata a centrocampo ed infine, come se non bastasse, pure il rigore della cinquina.

A fine match il mister ed il direttore sportivo (i giocatori non hanno voluto parlare), hanno puntato il dito sulla carenza psico-fisica degli atleti, viste le tante sfide ravvicinate in pochi giorni. Un calo di energie nervose e strutturali che hanno condizionato a dismisura la prestazione dell’Olimpico. Ma è dovuto davvero solo a questo, il motivo di una disfatta di tale portata? Può essere invece che il 3-3 (vincendo 3-1) contro l’Inter abbia procurato in Toni e compagni, un qualche sconforto ed una sorta di resa e rassegnazione?

Perché il timore è proprio quello. Un Verona che non combatte anche se la classifica è nera non può che fare rabbia. Un contegno che giustamente ha indispettito i quasi 150 tifosi accorsi a Roma, quando a fine gara non hanno accettato le maglie dei proprio beniamini, avvicinatisi a lanciargliele.

Ma a smentire queste ipotesi ci ha pensato proprio l’allenatore. Delneri ha assicurato che il Verona è ancora vivo, combatterà fino all’ultimo e che questa contro la Lazio deve essere considerata come una parentesi. Se la sconfitta è dipesa soltanto da un declino di forze, che i giocatori allora le recuperino. Nel derby contro il Chievo, le batterie dovranno essere caricate al massimo. Più per l’onore che per la classifica.
                                                                                            ANDREA FAEDDA

Pezzo pubblicato anche su Tggialloblù:
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