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| Foto: Francesco Grigolini - Fotoexpress |
Ma veniamo
alla gara. La disposizione tattica di Mandorlini (5-3-2 o 3-5-2) manda
completamente a soqquadro lo scacchiere interista. L’Hellas è ben coperto,
concentrato e compatto e non disdegna di distendersi. Sì, appena può riparte,
rendendosi anche più insidioso degli avversari. Molto meglio rispetto alle gare
di Genova e Bergamo. Di fronte a questo “muro” i nerazzurri ci capiscono poco o
niente. Trovare spazi è impresa ardua.
Gli
scaligeri fanno la partita che devono fare e si segnalano per qualche bella
incursione (bravi Sala, Pisano e Siligardi), sventata dalla difesa di casa. Al
41’ ci potrebbe stare pure il rigore su Gomez (fallo di Medel), ma l’arbitro
lascia correre. E l’Inter? Si mette in evidenza solo nel finale del primo tempo
con due fucilate di Guarin e Medel, respinte da Helander e Viviani che
s’immolano. Il pari tutto sommato è giusto.
In avvio di
ripresa, il Verona sfiora subito il gol. Greco (buona anche la sua prova),
lancia Sala (più in forma rispetto ai precedenti match), il cui sinistro dal
limite va a stamparsi sulla traversa a portiere battuto. Anche qua una
grandissima sfortuna. Dal possibile vantaggio, si va immediatamente sotto
nell’azione successiva. Da corner, Felipe Melo stacca benissimo su Albertazzi e
trafigge Rafael. Dopo il gol incassato, l’Hellas un po’ barcolla (conclusione
ravvicinata di Perisic, Rafael ribatte) ma non affonda. Rimane in partita e
prova ancora ad offendere con Siligardi che però non trova il pertugio giusto.
L’Inter controlla e gestisce, rimanendo alla fine ancora la capolista (cinica
davanti e attenta in difesa) a punteggio pieno.
All’Hellas
tutti i rammarichi. Ma stavolta ai ragazzi di Mandorlini non si può dir nulla.
Hanno fatto quel che hanno potuto contro il ben più quotato avversario e solo per
via della malasorte son tornati a casa con le pive nel sacco.
Andrea Faedda
Pezzo pubblicato anche su Tggialloblu.it:

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